venerdì 4 marzo 2011

Testamento biologico più lontano

Quattro giorni fa il consiglio dei Ministri ha approvato la direttiva che indice per il 9 febbraio 2011 la Giornata nazionale degli stati vegetativi; la data non è stata scelta a caso, infatti ci ricorda l’ anniversario della morte di Eluana Englaro. Questo gesto da parte del Governo ci fa capire che per noi italiani l’ ottenimento del testamento biologico è ancora lontano.
Il testamento biologico è un documento di valore legale nel quale una persona, ancora in grado di intendere e di volere, manifesta la proprie volontà riguardo i trattamenti terapeutici a cui si devono sottoporre nel caso in qui si trovasse in condizioni di salute gravi.
In una società in cui la medicina ha fatto passi da gigante e di giorno in giorno si evolve sempre di più, i cittadini italiani, assieme a quelli tedeschi, francesi, danesi e olandesi, si muovono singolarmente e sempre più numerosi per vincere questa battaglia. In alcuni di questi Paesi è già stata regolarizzata l’ eutanasia; si pensi che negli Stati Uniti già dagli anni ’90 il testamento biologico è una pratica diffusa e la sua attuazione non ha comportato il sorgere di problematiche di tipo etico e pratico.
Uno scossone dopo il quale finalmente anche il Italia si è iniziato a parlare di testamento biologico e di eutanasia, sono i casi di Piergiorgio Welby e Giovanni Nuvoli, due nomi molto importanti in Italia, e non solo, per questa battaglia; Welby era affetto da distrofia muscolare in forma progressiva dall’ età di 16 anni ed è morto nel 2006 dopo una lunga battaglia per ottenere il distacco dal respiratore. Il dottor Mario Riccio è stato assolto in quanto “nessun addebito deve muoversi a chi, in presenza di una impossibilità fisica del paziente, abbia materialmente operato per il distacco dal ventilatore automatico, in quanto l’ azione è stata eseguita per dare effettività al diritto del paziente.”
Nuvoli, malato di sclerosi amiotrofica, invece, ha vissuto una situazione più difficile perché impossibilitato a parlare e per questo inizialmente si parlava di “ assassinio”; dopo aver ottenuto l’ utilizzo di un sintetizzatore vocale e dopo essere tornato a casa, ha potuto chiarire la sua volontà: “ non ho mai cambiato idea e voglio morire senza soffrire, addormentato.” Giovanni Nuvoli è deceduto nel luglio del 2007 per causa naturali.
La fondazione Umberto Veronesi ha ricevuto più di 1000 testamenti biologici e questo ci fa capire che in Italia c’è un parere positivo al riguardo; un altro esempio della predisposizione dei cittadini italiani al “ living will” è la pubblicazione di un sondaggio tra gli infermieri, a cura dell’ Ordine dei Medici della Provincia di Torino, nel quale si scopre che 3 infermieri su 4 dicono si all’ eutanasia e il 76% degli infermieri intervistati richiede il testamento biologico. Purtroppo la legge non arriva.
Anche la Chiesa cattolica italiana è a favore del testamento biologico, non ammette però la sospensione dell’ alimentazione e dell’ idratazione, in quanto trattamento di sostegno vitale e non terapia sanitaria; infatti il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, più volte ha espresso la preoccupazione che questo non rappresenti una qualche forma di eutanasia.
Ognuno di noi deve poter decidere come concludere la propria esistenza in maniera serena, senza dover compiere atti estremi come quello compiuto di recente dal grande regista Mario Monicelli.


Eleonora Piemonte
Istituto Flora
Pordenone