martedì 8 novembre 2011

Impressioni sull'Espressionismo



Giovedì 27 ottobre gli studenti delle classi V dell’Istituto hanno perso qualche caloria più del solito.
No, non hanno deciso di fare una dieta di classe, ma bensì una gita che li ha fatti girare in lungo e in largo l’elegante Villa Manin di Passariano di Codroipo che al momento ospita una vasta mostra sull’ Espressionismo.
Nel giardino esterno ha colpito molto la mostra fotografica, incentrata sui migliori paesaggi del Friuli Venezia- Giulia e delle più famose capitali d’Italia e d’Europa, che ha letteralmente fatto viaggiare tutti coloro che hanno dato anche solo una sbirciata a quei mastodontici pannelli.
Non descriverò di ogni singolo dettaglio dei più di cento quadri che hanno avuto modo di vedere (perché “l’arte si sfuma ogniqualvolta la sua bellezza viene ingabbiata tra due righe e un punto”, e perché non voglio scrivere un libro!), però posso dare un assaggio su quello che ha attirato maggiormente l’attenzione dei visitatori e sulla storia su cui queste opere poggiano.
I quadri provengono dal berlinese Brucke Museum e racconta, secondo una scansione cronologica e quasi monografica, la nascita e lo sviluppo del movimento denominato Die Brucke (Il ponte) che è la base su cui si è sviluppato l’Espressionismo.
Gli autori che abbiamo preso in esame sono stati: Kirchner, Breyl, Heckel, Nolde, Shmidt-Rottluff, Pechstein e Mueller, che in comune non avevano un piano artistico preciso, ma il solo intuito creativo e la voglia di rompere le rigide norme sociali dell’epoca.
Fritz Bleyl, Ernst Ludwig Kirchner, Erich Heckel e Karl Schmidt-Rottluff, tutti studenti di architettura a Dresda, furono i fondatori del gruppo. Emil Nolde e Max Pechstein entrano nel gruppo nel 1906 e Otto Mueller nel 1910. Le opere di questi artisti, soprattutto nel periodo in cui fecero parte del movimento, che si scioglierà nel 1913, sono accomunate soprattutto dalla generale semplificazione, dai contorni neri molto marcati e dal frequente accostamento dei colori complementari per dare più vivacità e luce al disegno. Accanto a paesaggi e ritratti compaiono scene urbane filtrate attraverso gli occhi degli autori che polemizzano con la realtà sociale che li attornia.
L’opera- simbolo della mostra è senz’ombra di dubbio Marcella, opera di Kirchner che rappresenta una ragazzina seduta su un divano assorta nei suoi pensieri con un gatto bianco accoccolato al suo fianco. Il suo corpo infantile è, dal punto di vista dell’autore, quanto mai vicino alla natura e alla spontaneità. Per quel che riguarda i colori, il verde, colore prevalente ed indica una certa ambiguità nei sentimenti (un tocco di eros, perché Marcella da bambina sta diventando donna?) mentre per lo stile sono da notare le linee marcate e dritte, e il punto di vista doppio, che rende il pavimento tale da farlo sembrare quasi verticale, quasi che fa precipitare le bottiglie di vino -simbolo della vita non convenzionale- addosso a chi osserva il quadro.
Dopo questa immersione nel mondo dell’espressionismo, gli alunni sono riemerse nel prato che ospita la mostra fotografica, e hanno continuato la visita a gruppetti.
Un piccolo gruppo è ritornato dentro la mostra per visitare con meno frenesia la stanza dove dormì Napoleone e i quadri che prima non si era potuto godere al meglio, un altro gruppo è restato al sole, a guardare nuovamente le fotografie, un gruppo è andato a vedere la stanza dove sono ancora tenute le carrozze (quelle da corsa, quelle per i contadini, quelle aristocratiche, quelle per le feste, i calessi …), un altro gruppo è scappato nella luminosa cappella stile rococò con ritorni al classicismo dei Manin dedicata alla Madonna (famosa in tutto il nord-est perché è la sintesi del lavoro del famoso scultore Giuseppe Torretti, dell’architetto Domenico Rossi e del pittore Giuseppe Bernardi) ed un ultimo gruppo si è rifugiato nell’”armeria”, dove erano esposte non solo armi da fuoco, spade e armature europee, ma anche armi giapponesi del periodo Meiji e antecedente.





Testo: Carmen Avoledo


Composizione: Kevin Del Bianco

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